La società inizierà ad addebitare la tariffa martedì per i nuovi utenti in Nuova Zelanda e Filippine, segnando uno dei cambiamenti più significativi nella piattaforma di social media da quando Elon Musk ha acquisito la società quasi un anno fa.

  • Un passo alla volta stiamo raggiungendo la fine della nostra civiltà, ringraziamo il capitalismo sfrenato che trasforma le realtà produttive in macchine per rendere il ricco sempre più ricco, l’avidità non ha un limite o una decenza, e come sempre ci saranno persone ben liete di pagare quel dollaro d’abbonamento giustificandolo come un servizio, l’ennesimo.

    • Se qull’euro fosse il sostituto della raccolta indiscriminata di dati e violazione della privacy, deviazione dell’attenzione degli utenti ai fini di monetizzare tramite annunci pubblicitari, ci starei anche. Il problema è che quello è una cosa IN PIU a tutta sta merda che c’è già.

      • Si ma anche no, l’esempio che hai fatto non mi piace, cioè dover pagare per avere la privacy, ti sembra una cosa sensata? Non è forse l’ennesima idea distorta frutto dello stesso capitalismo sfrenato? Quando parliamo di pagare per cose che dovrebbero essere un diritto è finita. Quello che è diventato twitter non è solo un sito o un azienda, sono la liberta di parola che con queste idee viene tolta, monopolizzata, distrutta.

        • Non pagare per la privacy, ma pagare per un servizio che non è gratis (server, sviluppatori ecc di twitter) invece che pagare coi tuoi dati e la tua attenzione, come rendono possibile fare altri servizi tipo Protonmail. L’illusione che internet sia gratuito è proprio data da come le maggiori piattaforme hanno trovato il modo di monetizzare fino a ora (cioè con la pubblicità). Mantenere tutto ha un costo, e purtroppo queste aziende non si accontentano nemmeno di mantenere il bilancio stabile, ma stanno diventando sempre più greedy e vogliono continuare a crescere e a crescere. Il fatto che queste piattaforme arrivino a violare in maniera così intensa la privacy per poter montetizzare, a tal punto da infrangere diritti fondamentali, è proprio il risultato di questa economia obsoleta e corrotta. e la cosa peggiore è che In un sistema del genere chi controlla le leggi è proprio chi ha maggiore potere economico di solito. Purtroppo invece che chiedere agli utenti di pagare (che è uno sforzo attivo) gli si ruba l’attenzione in maniera sottile, infrangendo il diritto alla privacy per raccogliere dati che hanno lo scopo proprio di far mantenere quell’attenzione. In questo modo non solo paghiamo ugualmente, ma dato che non è così evidente agli occhi dei più, queste piattaforme fanno sì che paghiamo un prezzo molto più alto che ci tocca a più livelli, non solo quello economico. Personalmente, anche su Reddit, invece di vedere post suggeriti e pubblicità in continuo aumento, veder completamente distrutte le app di terze parti, avrei preferito pagare 5/10€ l’anno per continuare ad usarlo. Ma questo non è ciò che farebbero la maggior parte degli utenti, probabilmente si sarebbero spostati su un’app di concorrenza che avrebbe usato lo stesso meccanismo malato, e Reddit non si poteva permettere di perdere molti utenti medi, ma ha ritenuto probabilmente un sacrificio accettabile perdere quei pochi tech savvy, attenti e coinvolti nel funzionamento della piattaforma (cioè gli utenti di livello) perché, oltretutto, aveva bisogno di mantenere una grande quantità di contenuti in modo da poter allenare l’AI.

          Questo fa capire che non solo internet ha smesso da tanto tempo di premiare chi veramente si espone e si mette in gioco, portando creatività e conoscenza sul web, ma sceglie tranquillamente di sacrificare quei pochi che ancora provano a farlo (nonostante gli incentivi pari a zero o quasi) per mantentere quel bacino di utenti che crea contenuti più vuoti, ma ne crea molti.

          God bless Lemmy e la decentralizzazione.

          • Io continuo ad essere in disaccordo su quello che chiami “sforzo attivo”, e credo che con questo ragionamento si rafforza il sistema capitalistico che punterà sempre nello spremere l’utente per trasformarlo in un consumatore " attivo" perchè ad esempio consuma una soglia dati su un server. Quindi scusa, sto consumando anche una soglia d’ossigeno stando al mondo? Dove finisce la realtà del capitale e dove inizia quella delle garanzie senza ricatti, del paga o muori abbandonato, senza voce e senza diritti. Se ti sentì di pagare è una tua donazione, un privilegio del tuo benessere, non un dogma. Non parlo di chi ha documenti sensibili e ha bisogno del deposito svizzero su proton a pagamento, ma di privacy e libertà di comunicare basilare, quello che stiamo facendo esattamente qui su Lemmy.

            • Per quanto riguarda la libertà di comunicazione, quella è basilare e deve essere garantita: nessuno ti vieta di uscire e di vederti con un amico, così come nessuno ti vieta costruirti il tuo software e hostare pubblicamente la tua istanza per comunicare con gli altri (per ora). La differenza tra un server e l’ossigeno è che l’ossigeno è gratis e ovunque, mentre l’attrezzatura, la corrente elettrica, i programmatori che si occupano di mantenere il software sicuro e stabile e la connessione a internet non lo sono, ed è giusto che ci sia un ritorno per qualcuno che lavora per offrire tutto ciò. Poi potremmo argomentare sul fatto che, essendo la comunicazione un diritto fondamentale, ci potrebbero essere social mantenuti coi soldi pubblici (tasse), però a quel punto invece di sottostare alla volontà delle big tech starebbero alla volontà degli stati e forse solo in qualche caso (nei paesi democratici) a quella delle persone. In ogni caso sarebbero centrali, censurabili e controllabili. Anche mantenere delle istanze di Lemmy ha un costo e richiede un lavoro, ma esistono grazie alla buona volontà di chi decide di investirci risorse senza nulla, o con poco, in cambio. Proprio perché vuole creare un’alternativa. Io vedo la decentralizzazione come una soluzione, la più promettente per quanto riguarda anche l’integrazione di un sistema economico a sua volta decentralizzato, dove veramente il potere decisionale delle persone conta più di tutto, detto questo il capire come integrare tutto questo in maniera sensata, sostenibile e scalabile (cioè non come fanno i paladini delle shitcoin che si autodefiniscono “finanaza decentralizzata”) è un bel lavoro.

              Con “sforzo attivo” intendevo semplicemente dire che un utente invece di pagare coi propri dati e la propria attenzione inconsciamente, dovrebbe deliberatamente decidere di spendere le sue risorse economiche (che indubbiamente richiede uno sforzo mentale maggiore).